La misteriosa Terra della Torricella:una vista su uno dei luoghi più misteriosi di Castelnuovo

Altri luoghi di interesse nel nostro territorio sono: la Torricella, il bosco di Sant'Ilarione, e la terra di Malinventre.

Della Terra di Malinventre si pensa fosse stato un luogo dove abitarono genti probabilmente sannite in origine, in virtù dei ritrovamenti di insediamenti risalenti al v sec. a.C. avvenuti negli anni '80 ad opera della locale sede dell'Archeoclub. Che questa territorio fosse abitato già in tempi remoti lo sapevano addirittura già nel 1200 e infatti nei documenti v'è scritto:-"[...]Pochi vestigi di edifici si conoscono dell'antica Terra che vi era e quello che vi si trova è sotterraneo[...]". Oggi questa contrada di Castelnuovo è detta "Buoninventre", anche se sarebbe più esatto italianizzare la parola dialettale "Buon'mendr'" con il toponimo "Boninventre". 
Il toponimo "Malinventre" potrebbe derivare dalla fusione delle parole latine "malus-a-um", un aggettivo che indica tutto ciò che è negativo come "cattivo,insano,poco salutare,nocivo,inadatto,etc...", associato a "in ventre" dal latino "in ventre" che è un complemento di stato luogo e che significa "in seno, in ventre, nello stomaco", qui si riferisce al luogo,che evidentemente i romani giudicavano poco sano o angusto. In un testo del Medioevo si spiega che il nome del luogo trova giustificazione nel fatto che le persone che la abitavano non riuscivano a coltivarla ed avevano poco da ottenere per sostenersi e per allevare animali.

Nel 1690 però era già stata ribattezzata con il nome di Boninventre poichè:-"[...]v'è buono erbaggio per le vacche[...]".

Nel 1142 nel catalogo dei Baroni Normanni è scritto:-"[...]Castellonovo cum Malumventre est feudum[...]" e dal Rimascimento fino alla fine dell'800, la terra di "Boninventre" era proprietà del barone della città di Caput Sylaris, Caposele, e condivideva parte del territorio con Castelnuovo.
I Feudi dei due Paesi se la contesero legalmente per secoli, finchè alla fine nel 1895 i sindaci di Castelnuovo (che a quei tempi era il bisnonno del caro amico,il prof.Francesco Di Geronimo) e quello di Caposele spartirono la terra che era stata al centro di polemiche, anche perchè i contadini di Caposele e Castelnuovo si facevano la guerra per vedere chi riusciva a rubare più legna nei boschi appartenenti alle parti avversarie ed il che stimolava non pochi litigi tra chi amministrava le due identità cittadine, in aggiunta ai litigi nei boschi tra il popolo di Castelnuovo e i campieri del Principe di Teora, che caratterizzarono la seconda metà dell'800.
A detta dei documenti del 1690 :-"[...]Boninventre è diventata terra assai degna di pascolo, di vacche e coltura, orbene produce grani assai perfettissimi benchè hoggidì (1690) sia scarsa di coltivatori[...]".
La causa intentata nel 1740 dimostrò la vendita di S.Ilarione, Boninventre e del Bosco di Bajano nel 1402 da parte di Roberto Di Gesualdo a dei proprietari terrieri castelnovesi, ma nel 1780 i confini segnati su carta spartirono in due il territorio, riaccendendo le fiamme della polemica che han divampato fino al 1895.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Terra della Torricella non è meno ricca di storia della Terra di Boninventre.Anticamente era detta "La Torra","[...]così vuolsi che vulgarmente fusse dimandata[...]".La prima volta che il nome "Torricella" appare nei documenti è in un manoscritto dell'XII secolo dove si dice che:-"[...]Philippus Turricella dixit quod tenet Turricella[...]".Il nome di questa Terra è registrato insieme a quello del Conservatorio Di Conza già in un documento dell'anno 1100.In tale documento si riporta la ben più antica espressione "Philippus Turricella tenet Turricella",di cui sopra.
Sappiamo dunque da ciò che la Torricella appateneva ad un personaggio che aveva lo stesso nome della sua Terra ed era evidentemente chiamato Filippo Torricella.

Poi tale terra passò sotto il dominio e la proprietà del barone di Castelnuovo nell'anno 1690.

Come sappiamo è un luogo ubicato su una collina tra una miriade di "frasche" e "ruvit'" e confina con il territorio di Boninventre.

Sono andato lì la prima volta da piccolo (9-10 anni) con mio padre e con al seguito Guarino Rosa Maria,Giovanni de Matteo,Annichiarico Vittoria e Annichiarico Rosamaria.Bastoni alla mano ci addentrammo nella fitta boscaglia e chi è mai stato lassù ed ha avuto attenzione nell'osservare il terreno poteva osservare l presenza di:1)bossoli di fucili da caccia da 12 mm;2)sterco di vacca(al posto di sterco avrei potuto usare una parola di 5 lettere che inizia per "m" e che vorrei volentieri vedere spalmata sulla faccia di alcune persone,ma qui non è il caso);3)resti di antiche case.Si osservano resti di pavimentazioni di antiche abitazioni,che la "tradizione archeologica" del nostro Paese,vuole che siano state abitate da genti appartenenti alla civiltà della Torricella.E poi più in alto si notano tre masse di di pietra scabra che è composta per lo più da pietre di fiume tenute insieme da una malta cementizia.Su uno dei tre massi è possibile notare la sagoma dell'arco di una porta utile probabilmente a far salire i sorveglianti del villaggio sulla torre,che a mio parere non doveva neanche essere tanto grossa e alta,in quanto la posizione in cui si trova,che offre un'ampia vista del territorio circostante,è già privilegiata di suo.
Ma chi erano le misteriose genti della civiltà della Torricella?
In effetti è una civiltà nota,troppo nota,forse erano Longobardi,ma non abbiamo le prove.Questo popolo invase e conquistò tutta l'Italia meridionale peninsulare da Salerno fino all'entroterra.A detta della Cronista Conzana,per la cui redazione probabilmente si attingeva a documenti più antichi e dicerie,il popolo che abitava quella cittadina era "[...]virtuosa et integra[...]" e la cittadina stessa era sorta forse su un insediamento preesistente ancora più antico.
Sia la Cronista Conzana che gli anziani del Castelnuovo preterremoto raccontavano che la terra fosse stata abbandonata da suoi aitanti a causa della eccessiva presenza di serpenti velenosi.L'abbandono della terra deve essere avvenuto intorno al XI secolo poichè vari documenti ci parlano di famose persone che naquero e vissero in questa terra antica e dimenticata.E' lì che aleggia il mistero a due passi da casa nostra,pensate!!!
Leggenda (?) o storia(?) vogliono che le genti dalla Terra della Torricella emigrassero verso la già,probabilmente nata terra di Castelnuovo ed altre genti andarono a Caposele e nella Terra di Malinvetre.In verità,però,non si può parlare di Castelnuovo e Santomenna come due identità cittadine distinte in quel periodo di emigrazioni (anno 1000),poichè è accertato nei documenti dell'Archivio dell'Antica Curia vescovile di Conza che nell'anno 1310 il vescovo di Conza Dionigi mise in pratica gli ordini che gli pervennero direttamente da papa Innocenzo III da Roma,che stabiliva la separazione di Castelnuovo e Santomenna in due Paesi distinti,altrimenti anticamente si sarebbe parlato unicamente di Castelnuovo di Conza con la località di Santomenna che pure era abitata dunque da genti di origine castelnovese.


Nei documenti emerge che tal Francesco di Capussela avesse eretto nella terra della Torricella nell'anno 1369 il "Monastero de' Conventuali" (che però si riferisce ai territori in Caposele) e questo Francesco divenne anche vescovo di Bisaccia nominato da papa Urbano V.


I documenti Medioevali esaminati ci fanno comprendere davvero quali grandi uomini venissero da quella Terra.Esempi sono:

Francesco Vitamore,segretario dei principi di Venosa;

Donat'Antonio Parente medico che l'autore della Cronista Conzana definisce abile come il famoso medico romano Galeno(Galeno era il medico personale di Marco Aurelio,imperatore romano dell'età vicina alla caduta dell'impero romano,le idee del suo medico personale hanno governato nella scienza medica europea per circa 1400 anni);allievo di questo medico fu Vincenzo Venutolo "[...]Illustrissimo homo ac philosofo ac poeta ac historiografo versatissimo in tutte le scienze[...]" fu medico e filosofo intorno all'anno 1000;

Inoltre nei documenti sta scritto che vi furono altri:-"[...]infiniti homini dottori,poeti,ac philosophi[...]" provenienti da questa terra,e che sono tutti personaggi illustri che erano però di Caposele.

Le notizie sulla Torricella prese dalla Cronista conzana trovano riscontro anche nell'opera Italia Sacra di Ferdinando Hughello,dove alla colonna 806 è scritto:-"[...]Castrum Turricellae ( parola indecifrabile) rusticum,ac propinquum aliud (parola indecifrabile) Malinventre aut Boninventre[...]".

Tali parole insieme alla parola "Castellum Novum" vengono riportate dallo scrittore dell'Italia Sacra appartengono ad una lettera scritta da papa Innocenzo III in persona,il 3 novembre 1200 dove il papa concedeva diritti Arcivescovili sui nostri territori.Anche il Pontefice di quei tempi (importantissimo tra l'altro),dunque,conosceva Castelnuovo ed i suoi territori.

Nei documenti appaiono nomi di luoghi antichissimi e forse ai più a Castelnuovo  sconosciuti:il Temete,Lo Bagno e la Taverna Diruta.Ovviamente possono essere anche nomi riferentisi a località non castelnovesi.

Tra l'altro su una cartina topografica del XVI secolo compare l'indicazione di un luogo chiamato "Trinità",la carta fu disegnata da un certo Mangini o Maugini,ma non possiamo sapere se "La Trinità" la Torricella stessa od un'altra località.

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